Dicevo "È sempre bello trovarsi un paio di guanti caldi, e uguali, in tasca. Un anno ti hanno atteso".
È che li ho indossati mentre scrivevo, non potevo farli aspettare ancora.
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Acrobata (s. m.) è chi cammina tutto in punta (di piedi): (tale, almeno, è per l’etimo): poi procede, però, naturalmente, tutto in punta di dita, anche, di mani (e in punta di forchetta): e sopra la sua testa: (e sopra i chiodi, fachireggiando e funamboleggiando): (e sopra i fili tesi tra due case, per le strade e le piazze: dentro un trapezio, in un circo, in un cerchio, sopra un cielo): volteggia su due canne, flessibilmente, infilzate in due bicchieri, in due scarpe, in due guanti: (dentro il fumo, nell’aria): pneumatico e somatico, dentro il vuoto pneumatico: (dentro pneumatici plastici, dentro botti e bottiglie): e salta mortalmente: e mortalmente (e moralmente) ruota: (così mi ruoto e salto, io nel tuo cuore).
- E. Sanguineti
"C'è una certa quantità di gentilezza nel mondo così come c'è una determinata quantità di luce – continuò George in tono pacato – Si fa ombra su qualcosa quando si sta in piedi e non serve muoversi da una parte all'altra per salvare le cose. L'ombra ci segue sempre. Scegliere un luogo dove non si possa fare del male... sì, scegliere un posto nel quale non possiamo fare troppo male e rimanervi, per quanto vi riesce, di fronte al sole."
(Camera con vista, 1954)
« Ero? Anche in inverno c'è l'alba, insomma. Non c'è mica da aspettare la primavera, per la rinascita. Voglio dire, fiori e foglie arriveranno. I rami li ho, le radici pure. E allora sempre si potrebbe uscire, varcare, raggiungere! »