"Gli alisei sono venti, regolari in direzione e costanti in intensità. Nella moderna lingua inglese sono chiamati trade winds, cioè venti del commercio, tuttavia l'origine della parola è molto diversa: deriva dalla forma antica tread che significava sentiero, riferendosi appunto al fatto che questi venti soffiano sempre secondo una direzione ben precisa, quasi a tracciare un sentiero o percorso nel mare, che era facile da seguire per le imbarcazioni a vela del tempo." (Wikipedia)
(Ci pensate a lasciare scie nel mare che restano come sentieri sulla terra? È un signor vento l'Aliseo, dico io.)
È passato del tempo dall’inizio della primavera e dalla fine del
Contest ninesco, ma dovevo costruire il sentiero per intero, e trovarmi all'incrocio con l’altra lettera che è la giuria.
Trovare il giusto vento, per dirla breve.
Nel mentre infatti ho conosciuto
di persona chi più di tutti ha dimostrato che
l'amore non è un segreto, perché "l'amore è il vero colore", e l'ha svelato per tutta la vita.
Sono andata da lui, da Marc Chagall (che io chiamo m.c. perché è iniziale di diverse cose belle), l'ultimo giorno possibile, trafelata, a Roma - ché pare quasi che ci piacciano i burroni e i limiti a noi (ma anche no).
Per la prima volta l'ho visto dal vero, e pure tanto. Ho lucidato gli occhi, non volevo mai uscire, giravo da sola avanti e indietro, da capo e dalla fine, come un gatto inquieto di acchiappar tutto. Era come incontrare indirettamente un amico conosciuto mezzo secolo prima, di trovarselo ora di fronte, oltre una porta invisibile in cui passavano le sue emozioni nel tempo sin arrivare a me, dopo tutto questo tempo.
Ho ritrovato per intero quell'amore che da sempre mi segue e mi traduce, e che mi stupì già da bambina, attraverso asini e capre e bouquet, senza tanto spiegarmi perché, quando il Violinista Verde sotto forma di libro-fiaba mi fu regalato.
Io coloro poco, e tendo al blu di Chagall con gli occhi e tutto il cuore. È un blu che ti trascina a volare sopra il cielo o dentro l'acqua.
Dice che navigò così tanto in mare che pensò di essere una barca. Dice che non ci sono regole, che è solo la
chimie che conta,
ciò che è nell'atmosfera: "È ciò che possediamo la nostra realtà, e non ciò che vediamo".
È così.
*
Allora ecco, lungo questa scia-sentiero, da tutta la realtà che avete dolcemente posato qui, tra le braccia di Nina, come un mazzo di fiori, noi (perché eravamo due) abbiamo letto e riletto, sentito, ritrovato, riconosciuto.
Una volta era un picco al cuore, una volta era un grazie, una volta era a questo non ho mai pensato, a volte era il genio, a volte era un dolce carezza materna, a volte un vero e proprio specchio.
È stato come davvero balzare da un
ritratto all'altro. E che le cartonine, disegni cari, abbiano fatto da foglia di ninfea su cui saltellare, io ne sono felice, e lo farei all'infinito (lo rifaremo insomma!).
Vi invito a leggere
ogni storia, se non l'avete già fatto.
Insomma è stato difficile, e
si j'avais pu, direbbe m.c., avrei premiato ognuno, perché l'espressione va premiata, fatta vedere, festeggiata, sempre.
Per cui noi vi festeggiamo tutti, ma i premi cartonineschi e onorifici vanno a due di voi!
La giuria ninesca decreta dunque i vincitori:
1- Silvia di Quel che non strangola ingrassa con "Questa specie di amore"
Per il presente e per il davvero. Silvia ha visto nella realtà ciò che è reale nelle
cartonine, lo ha ritrovato, lo ha tradotto dall'
attorno-a-sè, nelle sue memorie e nel suo cammino. Che è quello che Nina vuole fare, il motivo per cui esiste, come leggerci dentro "l’effetto della propria causa".
Traduzioni condivise.
Il bello di tutto questo non so come chiamarlo, è sempre difficile per me definire in modo preciso ciò che mi riguarda: ma è proprio in quegli sguardi, reali, che io vedo il mio desiderio, e il cerchio gigantesco si chiude.
E arrivare alla fine del post di Silvia e ritrovarmi specchiata attraverso la sirena con lei,
ha fatto correre l'Aliseo. Nella leggerezza di ogni parallelismo, naturale come un sesto senso,
"dicendo quanto sia bello ritrovarmici ogni volta riflessa...".
È il segreto che non è più segreto, ma, anzi, è visibile e in un'altra lingua.
2- Tri mamma di Mamma è in pausa caffè con "Ombrelli"
Per quella sensazione semplice, reale, presente tutt'ora nella sua memoria, come se stesse avvenendo adesso. Pare che quegli ombrelli te li ritrovi attorno, mentre leggi.
È stato un brivido fresco. Con uno stupore innocente, mi ha detto "ma come, non lo sai?, perché ci sono ombrelli chiusi in piena estate?"
E la spontaneità del suo ricordo, dove l’ombrello è ancora una volta testimone, ma di un altro ricordo e di un’altra sensazione, diversa da quella
per cui l'avevo disegnato, mi ha portato a un lettura
aggiunta.
L'Aliseo ha preso un'altra via. E quel simbolo che l'ombrello è, di un mondo che di giorno si esprime in un modo e di notte in un altro, ha portato un arricchimento al disegno, come se si fosse intriso di un'altra possibilità di veduta, semplice, dolcemente netta e ancora una volta reale. Ha aggiunto un'altra vita al disegno, leggera come il vento lungo la riva.
Silvia è stata la traduzione, Tri mamma il pensiero laterale.
Giudicare un’espressione dei cuori non si può mica, perché tutto parla. Allora ci si fa guidare dal vento, al respiro ossigenante che intimamente ci porta.
“Il nostro ideale non dovrebbe essere la bonaccia, che può trasformare il mare in una palude, e nemmeno l’uragano, ma il grande e forte aliseo, pieno d’impeto e di gioia, salubre e vitale: un’eterna e costante boccata d’aria”. (Harry Martinson, Kap Farväl!)
(Grazie a tutti voi. E, vincitrici, scrivetemi!)
***
[Aggiungo, qualche ora dopo, il pensiero dell'altro. Quello che è Nina con la O, quello "dalle-mani-belle-e-non-solo", quello che disegna sulla sabbia, che vi ha letto assieme a me, e ora chiude il cerchio del vento]
"Aliseo inizia con A e finisce con O.
Contiene al suo interno:
- Ali, per volare
- Sei, che è il numero dell'amore
- Asilo, che è il posto dove troviamo riparo
- Sole, che è fratello di pioggia
- Sì, perché dire sì significa comunicare
- Sale, ché ce n'è tanto nel mare.
Ce ne sono altri, ma questi bastano per celebrare tutta questa bellezza, vincitrice e non.
Complimenti."