25.4.11

Se ti perdi


labirinto camus illustrazione ballarini
Un uomo labirintico non cerca mai la verità, ma sempre e soltanto Arianna. (A. Camus, 1951)




*

21.4.11

n/a (not available)



"Il mio nome è Altrove. Nina Altrove."

*

18.4.11

fiore & Fiore


noi ci guardiamo,
noi ci diciamo cose oscure,
noi ci amiamo come papavero e memoria,
noi dormiamo come vino nelle conchiglie,
come il mare nel raggio sanguigno della luna.


Noi stiamo allacciati alla finestra, dalla strada ci
guardano:
è tempo che si sappia!
È tempo che la pietra accetti di fiorire,
che l’affanno abbia un cuore che batte.
È tempo che sia tempo.


È tempo.

(P. Celan)


- disse il fiore nel taschino all'altro Fiore nel vaso.

Ché poi il fior fiore è la parte migliore di qualcosa.




*

11.4.11

L'Aliseo, l'amore svelato e i vincitori

come vorrei che capissero illustrazione francesca ballarini
"Gli alisei sono venti, regolari in direzione e costanti in intensità. Nella moderna lingua inglese sono chiamati trade winds, cioè venti del commercio, tuttavia l'origine della parola è molto diversa: deriva dalla forma antica tread che significava sentiero, riferendosi appunto al fatto che questi venti soffiano sempre secondo una direzione ben precisa, quasi a tracciare un sentiero o percorso nel mare, che era facile da seguire per le imbarcazioni a vela del tempo." (Wikipedia)
(Ci pensate a lasciare scie nel mare che restano come sentieri sulla terra? È un signor vento l'Aliseo, dico io.)


È passato del tempo dall’inizio della primavera e dalla fine del Contest ninesco, ma dovevo costruire il sentiero per intero, e trovarmi all'incrocio con l’altra lettera che è la giuria.
Trovare il giusto vento, per dirla breve.

Nel mentre infatti ho conosciuto di persona chi più di tutti ha dimostrato che l'amore non è un segreto, perché "l'amore è il vero colore", e l'ha svelato per tutta la vita.
Sono andata da lui, da Marc Chagall (che io chiamo m.c. perché è iniziale di diverse cose belle), l'ultimo giorno possibile, trafelata, a Roma - ché pare quasi che ci piacciano i burroni e i limiti a noi (ma anche no).

Per la prima volta l'ho visto dal vero, e pure tanto. Ho lucidato gli occhi, non volevo mai uscire, giravo da sola avanti e indietro, da capo e dalla fine, come un gatto inquieto di acchiappar tutto. Era come incontrare indirettamente un amico conosciuto mezzo secolo prima, di trovarselo ora di fronte, oltre una porta invisibile in cui passavano le sue emozioni nel tempo sin arrivare a me, dopo tutto questo tempo.
Ho ritrovato per intero quell'amore che da sempre mi segue e mi traduce, e che mi stupì già da bambina, attraverso asini e capre e bouquet, senza tanto spiegarmi perché, quando il Violinista Verde sotto forma di libro-fiaba mi fu regalato.

Io coloro poco, e tendo al blu di Chagall con gli occhi e tutto il cuore. È un blu che ti trascina a volare sopra il cielo o dentro l'acqua.

Dice che navigò così tanto in mare che pensò di essere una barca. Dice che non ci sono regole, che è solo la chimie che conta, ciò che è nell'atmosfera: "È ciò che possediamo la nostra realtà, e non ciò che vediamo".
È così.

*

Allora ecco, lungo questa scia-sentiero, da tutta la realtà che avete dolcemente posato qui, tra le braccia di Nina, come un mazzo di fiori, noi (perché eravamo due) abbiamo letto e riletto, sentito, ritrovato, riconosciuto.
Una volta era un picco al cuore, una volta era un grazie, una volta era a questo non ho mai pensato, a volte era il genio, a volte era un dolce carezza materna, a volte un vero e proprio specchio.
È stato come davvero balzare da un ritratto all'altro. E che le cartonine, disegni cari, abbiano fatto da foglia di ninfea su cui saltellare, io ne sono felice, e lo farei all'infinito (lo rifaremo insomma!).

Vi invito a leggere ogni storia, se non l'avete già fatto.

Insomma è stato difficile, e si j'avais pu, direbbe m.c., avrei premiato ognuno, perché l'espressione va premiata, fatta vedere, festeggiata, sempre.


Per cui noi vi festeggiamo tutti, ma i premi cartonineschi e onorifici vanno a due di voi!


La giuria ninesca decreta dunque i vincitori:


1- Silvia di Quel che non strangola ingrassa con "Questa specie di amore"

Per il presente e per il davvero. Silvia ha visto nella realtà ciò che è reale nelle cartonine, lo ha ritrovato, lo ha tradotto dall'attorno-a-sè, nelle sue memorie e nel suo cammino. Che è quello che Nina vuole fare, il motivo per cui esiste, come leggerci dentro "l’effetto della propria causa". Traduzioni condivise.
Il bello di tutto questo non so come chiamarlo, è sempre difficile per me definire in modo preciso ciò che mi riguarda: ma è proprio in quegli sguardi, reali, che io vedo il mio desiderio, e il cerchio gigantesco si chiude.
E arrivare alla fine del post di Silvia e ritrovarmi specchiata attraverso la sirena con lei, ha fatto correre l'Aliseo. Nella leggerezza di ogni parallelismo, naturale come un sesto senso, "dicendo quanto sia bello ritrovarmici ogni volta riflessa...". 
È il segreto che non è più segreto, ma, anzi, è visibile e in un'altra lingua.


2- Tri mamma di Mamma è in pausa caffè  con "Ombrelli"

Per quella sensazione semplice, reale, presente tutt'ora nella sua memoria, come se stesse avvenendo adesso. Pare che quegli ombrelli te li ritrovi attorno, mentre leggi.
È stato un brivido fresco. Con uno stupore innocente, mi ha detto "ma come, non lo sai?, perché ci sono ombrelli chiusi in piena estate?"
E la spontaneità del suo ricordo, dove l’ombrello è ancora una volta testimone, ma di un altro ricordo e di un’altra sensazione, diversa da quella per cui l'avevo disegnato, mi ha portato a un lettura aggiunta.
L'Aliseo ha preso un'altra via. E quel simbolo che l'ombrello è, di un mondo che di giorno si esprime in un modo e di notte in un altro, ha portato un arricchimento al disegno, come se si fosse intriso di un'altra possibilità di veduta, semplice, dolcemente netta e ancora una volta reale. Ha aggiunto un'altra vita al disegno, leggera come il vento lungo la riva.


Silvia è stata la traduzione, Tri mamma il pensiero laterale.


Giudicare un’espressione dei cuori non si può mica, perché tutto parla. Allora ci si fa guidare dal vento, al respiro ossigenante che intimamente ci porta.
“Il nostro ideale non dovrebbe essere la bonaccia, che può trasformare il mare in una palude, e nemmeno l’uragano, ma il grande e forte aliseo, pieno d’impeto e di gioia, salubre e vitale: un’eterna e costante boccata d’aria”.  (Harry Martinson, Kap Farväl!)


(Grazie a tutti voi. E, vincitrici, scrivetemi!)



***

[Aggiungo, qualche ora dopo, il pensiero dell'altro. Quello che è Nina con la O,  quello "dalle-mani-belle-e-non-solo", quello che disegna sulla sabbia, che vi ha letto assieme a me, e ora chiude il cerchio del vento]



"Aliseo inizia con A e finisce con O.
Contiene al suo interno:
- Ali, per volare
- Sei, che è il numero dell'amore
- Asilo, che è il posto dove troviamo riparo
- Sole, che è fratello di pioggia
- Sì, perché dire sì significa comunicare
- Sale, ché ce n'è tanto nel mare.
Ce ne sono altri, ma questi bastano per celebrare tutta questa bellezza, vincitrice e non.
Complimenti."





7.4.11

Ritornello

cerchio d'acqua ritornello ballarini
"In musica il ritornello è una parte di una composizione, strumentale o più spesso vocale, ripetuta più volte alternata alle strofe e in genere caratterizzato da un motivo particolarmente orecchiabile." (>Wikipedia)

Ci sono canzoni, o più che altro strofe di canzoni, a volte anonime, passeggere, inaspettate, mezze sconosciute a me, che io collego a te.
Come dei déjà vu passati non vissuti, che in quel passaggio di poche sillabe, in una battuta, mi fanno tornare come a un tempo che non c'è stato. Come fossi tu a cantare. Eppure non è mica la tua voce.

Hanno la consistenza dei sogni senzasenso, di quelle atmosfere dense, fatte di materia colma, di pietra o forse di sabbia bagnata, tantissima. Quel colore lì ecco, quella concentrazione lì.

E non parlo di cuore romantico che vaga, mi prende proprio il corpo, i polsi, le giunture. Mi fa ballare il pensiero, potentemente. Come se immaginassi che ci sia qualcuno di simile, in un mondo parallelo/invisibile, che quella canzone la sta ballando, e lascia orme su quella strofa fatidica, che così ritorna a me già segnata.

"Ritornello vuol dire che ritorna nell'aria, e poi ritorna pure da me." (>Ninipedia)

Onde sonore che diventano onde d'altro tipo, e si diffondono sulla stessa acqua.
E allora, mi dico, sarà proprio quella battuta che esprime la sensazione che non so dire, come quando un sogno esprime, per versi diversi, una paura o un desiderio.
Ci sono dunque accordi precisi, ritornelli tutti nostri, che qualcun altro ha scritto, che misurano un nostro sogno?

"Talvolta, le variazioni del ritornello hanno lo scopo di descrivere l'evolvere di una trama". (>Wikipedia)

Un po' quello che accadeva qui.
Ma di questa canzone, da cui nasce lo sproloquio di oggi, il ritornello che suona è una di quelle volte: intensamente l'ho scoperto stamattina, e quasi vedevo il luogo e la stagione.

("No, non te lo dico qual è. Si sa che quando sveli poi magari non si avvera.") (>Ninipedia)

Sarà pure irragionevole, ma è solo cosa apparente.
Io e l'irragionevolezza infatti camminiamo spesso mano nella mano, perché la ragione dietro c'è sempre, anche se non si vede, e non è mica facile portarsela a spasso invisibile.

Ma finché non sono solo io a vederla, continuo sempre a sperare che mi abbracci quella ragione,
I know that I'll hold you someday. 






*

1.4.11

Sirena d'Aprile

Ho disegnato una porta
e mi sono seduta dietro di lei
pronta ad aprirla
non appena arrivi.
pesce d'aprile disegno amore
__


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