4.3.11

Cliff viewing point

Racconto confuso del mio viaggio in Irlanda, come la vista dalla rupe, tempestosa scrosciante. 
Ci passa un gabbiano ogni tanto, mentre tu guardi dal balconcino belvedere, lui vola lento e non ha paura della vertigine.
disegni irlanda viaggio

Ho incontrato le pecore di Chagall. Erano dipinte di rosa e di blu per riconoscersi, davvero.
Colorate a testa in giù inerpicate placide dallo sguardo dolce attento sapiente, sul ciglio della strada, sotto il cespuglio per l'acquazzone, ti guardavano per un po' e poi via, the show must go on.
La pioggia e l'arcobaleno, rapidi ripetuti doppi, squarciavano cielo e bagnavano i capi, per noi la meraviglia, per gli irlandesi il cielo di sempre.
La pioggia in mare, un flusso di coscienza d'acqua, lo vedevi netto, verso giù o verso su, non importa.

La terra sempre bagnata, morbida, to merge in. 
L'acqua nella terra, che sabbia o terra e mare, oceano anzi, erano una cosa sola, e pure io.


C'è un posto nel mio cuore dove tira sempre il vento, dove le domande aspettano ancora, e non ho capito perché, eppure heaven knows it's high time.





Cliffs, "dangerous cliffs, extreme caution is necessary", le rocce sul mare, il vento ghiacciato, il cappello dove nascondersi, il braccio a cui appoggiarsi come quello di Bob Dylan su freeweelin'.



Un faro, bianco piccolo basso grassoccio, che perdeva i contorni con la luce del cielo, pure così bianca, e io ci ho riso tanto sotto, perché era il secondo faro che conoscevo dal vero.

Strade infinite, netto confine tra terra e cielo, dove ogni albero era una persona, che tanto lo so che gli alberi tutto sanno, imperturbabili testimoni; e tu così in alto sulla linea dell'orizzonte che non sembrava poi essere così lontano la nuvola che stava sopra.




This year's love had better last
Heaven knows it's high time
And I've been waiting on my own too long
But when you hold me like you do
It feels so right
I start to forget
How my heart gets torn
When that hurt gets thrown
Feeling like you can't go on









Piccoli muretti di pietra, labirinti superabili. Bassi e affrontabili, aperti e accoglienti, seppur barriere. 
Se avessi avuto grandi mani avrei disegnato con i sassi su quella terra infinita, geoglifi nineschi di una nuova era.






Una canzone spesso è passata, che non ascoltavo da tempo, perché anni fa aveva segnato tanto, ma non era legata poi a nulla in fondo, per cui me l'ho ritrovata lì a chiudere un altro punto del cerchio e a ritrovare il senso.

Turning circles when time again
It cuts like a knife oh yeah
If you love me got to know for sure
Cos' it takes something more this time
Than sweet sweet lies
Before I open up my arms and fall
Losing all control
Every dream inside my soul

And when you kiss me
On that midnight street
Sweep me off my feet
Singing ain't this life so sweet?


(Il gabbiano torna dalla rupe e segue il vento. "Che quel gabbiano aspetti, gli porterò il cielo più bello" mi tornava spesso in mente lassù.)


*

15 commenti:

SiLviA ha detto...

Nina che bello!! che disegni stupendi! mi stupisci ogni volta per quanto sei brava a cogliere l'essenza delle cose in pochi tratti. i tuoi disegni mi emozionano sempre tanto... quelle onde che si arricciano sono le mie preferite! mi sembra di sentirle scrosciare... bentornata, se sei tornata! Silvia

Francesca ha detto...

Grazie a te, Silvia cara, che me lo dici.
Sì, tornata, qui.

Nina

Unknown ha detto...

Bentornata. C'era silenzio, sei on line e c'è già musica!

Caty ha detto...

e' che adesso mi ci vuol tempo per riasssumermi questo riassunto e pensare a quella risata sotto un faro , alla musica che torna e alle domande senza risposta: insomma un bel viaggio!!:-)( beata te!!!!)

Francesca ha detto...

Stima cara, grazie.

Caty, mi sa che non si può riassumere ancora, troppo denso poi! un bacio a te

nina

Dreaming and running ha detto...

Sì, i disegni sono momenti stupendi, difficilissimo scegliere quale mi piaccia di più.
Go raibh míle maith agat

Federica ha detto...

Che diario di viaggio speciale ha nina, chissà com'è quello che si porta davvero in tasca quando gira per il mondo, esiste vero? Come raccogli le idee, lì per lì quando arrivano o in un momento di relax successivo? Buona giornata

Francesca ha detto...

Dreaming,
a te.
Io so dire "mo chroì".

Federica cara,
ce l'ho con me sì, sempre un taccuino diverso. a volte avviene lì per lì, tutto insieme e poi prende forma,o viceversa Insomma sì l'istante dell'istante c'è sempre.
Un bacio a te.

nina

Anonimo ha detto...

"no one can see you cry"..sono per caso i R.E.M. di "All the way to Reno (You're gonna be a star)"? Sono una vecchia fan dei R.E.M., forse non c'entrano nulla...

Viaggio intenso, è bello come hai saputo narrarlo!

Francesca ha detto...

Elisa,
è dei R.E.M., sì, ma di Imitation of life, canzone (e video) che adoro. Passava di lì perfettamente in quel momento.
baci a te
nina

papavero di campo ha detto...

care le mie francesca e nina, lo sapete vero che la cronaca di sentimento che voi registrate è per me un sapore un'intuizione un riconoscimento, eh già con VOI DUE gusto le piacevolezze della sintonia e la rarità del miracolo,

ed allora da voidue mi arriva l'emozione che si fa nome di pecora e nuvola e acqua del cielo e cespuglio e strada e sagoma di faro che fa ridere e volare il corason e sibila insinuante musica d'orecchie e musica d'interna fibra misteriosa,

ed allora mi lego a voi a quello che raccontate a quello che evocate

e come in una trama d'affetto si stringono nodi l'un all'altro per inventare la nostra storia, per dipanarla, per configurarla alle note della nostra sinfonia, per poter ancora cantare e camminare e sognare e amare certo! che tutto comprende

francesca e nina care le mie ragazze vi accolgo nella danza papaverina chè mi sto preparando nuovi passi e nuovi stupori


un papavero
piccole felicità
silente coglie

artemisia comina ha detto...

irlanda amore annoso, visitata d'estate, ma anche in un buio Natale con gli splendidi occhi delle pecore in passeggiata solitaria (nessuna idea di gregge, davvero) a forare la repentina, subitanea notte sul ciglio della strada (li hai visti?), e i camini accesi, e il mincemeat, e i muretti dagli infiniti ricami, e le patate traditrici, e le gazze sulle mucche, e le scogliere pericolose (come no!) e la tantissima musica, e le persone con il flauto in tasca, e quelle che all'improvviso cantano, e le pottery dalle ceramiche azzurrine, e i cani di porcellana, e le piccole finestre aperte sul grande mare.

Unknown ha detto...

che bella l'Irlanda raccontata così... brava!

Francesca ha detto...

papavero,
francesca e nina ci stanno da dio nella danza papaverina.
felici di ballare assieme, e tu lo sai quanto.


Art, tutto quel che dici mi pare di riaverlo qui, oh sì sul ciglio quante e paciose! e le piccole finestre aperte sul grande mare, la tua chiosa mi fa piovere il cuore.

Pol,
grazie e bentrovato..



Nina

VerA ha detto...

Che bello Nina questo tuo viaggio!

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