Ma quanto è bello tornare?
Voglio dire, tornare a lavoro fatto e ben fatto.
Voglio dire, tornare e sentire il calore e l'odore di casa.
Voglio dire, quell'odore che non è il profumo-per-ambienti, è la coperta appoggiata sul termosifone che esala calore lanoso e confortante, l'odore degli armadi di casa.
Voglio dire, aprire la porta e sentire il gatto che ti miagola a 20.000 decibel quasi avesse visto un megapesce rosso che varca l'uscio.
Voglio dire, tornare, e trovare lo scialle a ruscello sul letto come a dire prendimi, sono tuo!
e la tavola apparecchiata, che non vede l'ora che ci poggi i gomiti ma proprio i gomiti, e pieghi le ginocchia sulla sedia come l'india-nina di sempre, tutto in attesa di te
Voglio dire, trovare sul tavolo che ha accumulato posta, una cartolina dal volto blu, tutta per te, tutta per te che profuma di mare e di chagall e di te
Il viaggio fatto poi lo racconterò, ma questa è la mia ode al ritorno, che i fiori non si possono mica lasciare soli così tanto tempo.