28.8.09

Chover





ore 00:07


"Oggi qui ha piovuto. Uno di quei cieli carichi di elettricità
sospesa sospesa sospesa.

E' stato bello aspettare.

I girasoli son tutti secchi, fieri, scuri, fragili e più saggi.

Io sto con la fronte scoperta, e mi sento elettrica, fragile e fiera".



25.8.09

Arriva a riva


C'era una sire-nina che vagava nel mio taccuino, con quella frase scritta vicina.

Ogni tanto una sirena ritorna da queste parti a far risuonare con gli occhi il suo richiamo
ni-no, ni-no, ni-no

Ci sta pensando su lei, come fare a incenerirsi il cuore, mettilo a tacere, con l'onda vicina che sembra straziarla e abbracciarla insieme.

E' un onda fatta con un dito della mia mano bello spalmato di tempera. E' parecchio sentita, ecco.

Insomma, guardavo il disegno nel computer e per curiosità ho azionato l'effetto inverti immagine, cioè "mettila al negativo".
Al "negativo".

E l'onda si è davvero trasformata in fiamma.
Buffo no?

Non tutto ciò che brucia si consuma qualcuno dice.



17.8.09

mi senti?


"Monogramma"

IV.


E’ presto ancora in questo mondo, mi senti
I mostri non sono stati domati, mi senti
Il mio sangue perduto e l’affilato, mi senti
Coltello
Come ariete corre nei cieli
E delle stelle spezza i rami, mi senti
Sono io, mi senti
Ti amo, mi senti
Ti prendo per mano, ti conduco, ti metto
La bianca veste nuziale di Ofelia, mi senti
Dove mi lasci, dove vai e chi, mi senti


Ti tiene per mano al di sopra dei diluvi


Le gigantesche liane e la lava dei vulcani
Verrà giorno, mi senti
che ci seppelliranno e le migliaia di anni, mi senti

Pietre lucenti ci renderanno, mi senti
Dove si rifrangerà l’indifferenza, mi senti
Degli uomini
E in migliaia di pezzi ci butterà, mi senti
Nell’acqua ad uno ad uno, mi senti
Conto i miei amari ciottoli, mi senti
E il tempo è una grande chiesa, mi senti
Dove le icone a volte, mi senti
Dei Santi
Piangono lacrime vere, mi senti
Le campane aprono in alto, mi senti
Un profondo valico per lasciarmi passare
Gli angeli aspettano con ceri e salmi funebri
Non me ne andrò via di qui, mi senti
O insieme tutti e due o nessuno, mi senti


Questo fiore della tempesta e, mi senti

Dell’amore
Una volta per sempre lo cogliemmo, mi senti
E non potrà più fiorire, mi senti
Su altre terre, su altre stelle, mi senti
Non c’è la terra non c' è il vento
Lo stesso vento che toccammo, mi senti


E non un giardiniere che ci sia riuscito in altri tempi, mi senti


Da tanto inverno e tante tramontane, mi senti
Far spuntare un fiore, solo noi, mi senti
In mezzo al mare
Con la sola volontà dell’amore, mi senti
Alzammo intera tutta un’isola, mi senti
Con grotte, promontori e rupi in fiore
Senti, senti
Chi parla alle acque e chi piange - senti?
chi cerca l’altro, chi grida - senti?
Sono io che grido ed io che piango, mi senti
Ti amo, ti amo, mi senti.



(Odysseas Elytes)






l'ho trovata

10.8.09

Deriva



Me ne vo per qualche giorno, porterò con me la mia coperta.


E' il mio disegno preferito al momento, perché trovo che sia così precisamente per me.
Si toglie spesso la coperta, sfugge, e mi dico se ti avessi avuto lì ogni momento che pensavo quanti dubbi avrei fugato, quanti dubbi avrei fugato.


Con questo disegno qui invece me la potrò premere addosso sempre la mia coperta, così stretta e fluente assieme.


Keep it loose, keep it tight.




Vostra, Nina sottocoperta




3.8.09

Essere un fiore è profonda responsabilità, ancora e sempre.






Ho sistemato la notte stessa il piccolo girasole in mezzo alle pagine di un libro amato, e così spelacchiato sudato e asciugato e vivido annaspante e ribelle, ricorda me ora.
Come se mi stessi togliendo petali e petali per arrivare al centro, per denudare ciò che troppe vesti ha, per ritrovare qualcosa che temo di star perdendo, e lasciando segni - carezze o ferite - senza poter fare altrimenti.

Sta davvero arrivando la bufera di nuovo, qui, ed è agosto, e non è più luglio, e Nina sta prendendo un sopravvento che non riesce a gestire, come nell'occhio di un ciclone che nessuno nessuno vede e attorno tutte le paure che non riesce a domare.
Come se doveva arrivare prima o poi e sapeva benissimo che sarebbe stata impreparata.
Come sempre vorrebbe che qualcuno lo facesse per lei.

Ma essere un fiore, girasole mio, è profonda responsabilità.

Spero che ciò che è giusto e possibile avvenga, ciò che fa male smetta, ciò che è bene si riveli tale. Che nessuno fugga, che niente sfugga, che "come vorrei che capissero" trovasse una fine, che quello che Francesca crede di capire sia realmente tale. Questa volta lo sia davvero.



C'è elettricità nell'aria
e la pioggia arriva, arriverà, e laverà via, arriverà la via.




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