31.7.09

Come ombrello teso tra la terra e il cielo






A volte potrai avermi con un fiore,
a volte un fiore non ti basterà,
a volte penserai
di avermi chiuso in una stanza.

Dammi le tue chiavi dolci,
voglio farne una copia,
voglio scrivere una lunga poesia per le tue braccia.




(Giorno di Pioggia - F. De Gregori)



27.7.09

Songs for you, truth for me


Il 24 Luglio 2009 verrà ricordato.
Nino e un piccolo girasole che non passa mai, mi hanno rapito.

Così tanto è stato, che il giorno dopo - che era tutt'assieme al giorno prima perché il sonno non c'è stato, e il 25 era solo una scia che rimanevo a guardare dietro di me - ho pensato che sarebbe stata come una boa nel mare, un segnale, un qualcosa di fisico che mi portava forcément a dirigermi verso una strada e basta.


Sono stata altrove per ore, dal giorno fino all'alba per poi fissare ogni momento con ogni musica, ogni canzone una verità, per noi.

Dentro Lucca, dentro quella piazza, quei luoghi tondi che sembravano abbracciarci tutti, lì dentro c'era un palcoscenico che si inondava di luce viola tante di quelle volte che si sarebbe potuto trasformare in una bolla, che poi leggera si sarebbe staccata dal resto e sarebbe salita in aria con noi dentro e la musica dentro e le mani alzate e le mani e le dita strette l'una con l'altra.

Quando è cominciata una delle nostre, quella che sapevo sarebbe stata la più certa attesa, tutto il corpo l'ho sentito nitido irrigidirsi, farsi corda tante corde di violino, mi sarei potuta sgretolare, avrei potuto essere percossa, suonata, e se fosse realmente caduta la pioggia, mi sarei sciolta in una pozza d'acqua, come Amélie mentre Nino Quincampoix se ne va,


ma invece tu c'eri in tutto questo c'era la tua mano che mi teneva e ancora una volta non mi faceva cadere ma mi aveva portato lì e mi faceva felice.

Il bene.



Ho solo un piccolo video di quel concerto, e suona una canzone, una di quelle che ancora non conoscevo di James Morrison: ora l'ho riscovata e l'ho letta, e penso che non poteva essere che quella ad essere fermata, alla fine con le braccia alzate e io che mi giro tutt'attorno, in tondo, come un cerchio, come in una O, e vedo le mani e vedo te.



I can tell you now
When I'm here to listen
To what I've got to say
All my words unplanned
Just like us they are waiting
To come together
I don't know if we're ready to take our train

But I, oh I, I'm gonna fix this world up for you
I'll try, I'll try to build it all around you
You'll never gonna have to be alone
You'll always know you got someone
To fix the world up for you

Well I'll bet I'll get it wrong
More times that I get it right
And I won't even realize it
But I've been doing all I can
To stop you falling
Even now I'm holding my breath for you

But you don't know, you don't know
That I'm ready to hold you now, hold you now

I, oh I, I'm gonna fix this world up for you
I'll try, I'll try to build it all around you
You'll never gonna have to be alone
Yeah you'll always know you got someone
To fix the world up for you

Gonna fix the world up, up for you
Gonna fix the world up, up for you.






(grazie)

21.7.09

L'attenzione è una forma di preghiera



(Sui miei capelli scriverei come fossero le righe di un quaderno. Se scrivessi sui tuoi ritornerei sempre da capo)


"L'attenzione, è stato detto, è una forma di preghiera, il riconoscimento della realtà oggettiva, di un ordine, di confini; un modo di guardare al di là e al di sopra del proprio Io, di sapere che nessuno è il satrapo tirannico e capriccioso del mondo né può devastarlo a suo arbitrio.
C'è una robusta bontà delle mani, proprio di chi bada all'altro e non si concentra sterilmente solo sulle proprie smanie; assomiglia all'infanzia, la cui fantasia si accende per un sasso o per una scatola di fiammiferi vuota, e assomiglia soprattutto all'arte, che non esiste senza questa sensuale, curiosa, scrupolosa passione per la concretezza fisica e sensibile nei particolari, per le forme, i colori, gli odori, per una superficie liscia o spigolosa, per la rivelazione che può venire dall'orlo della risacca o dal bottone fuori posto di una giacca".


("L'infinito viaggiare" - Claudio Magris)




15.7.09

Il girasole è un fiore pesante


(adoro quel peso)

Sono di poche parole. E' come se dentro frullassero pensieri che si mangiucchiano stropicciano chiedono combattono illuminano si spengono gridano si offendono pure, e in mezzo a tutta questa bagarre non arrivano a nulla, o al contrario di tutto.
E' come se sentissi bisogno di scrivere ma non riuscissi a cominciare. Idem per disegnare.

Cose mi tengono sul filo, e ogni volta che capisco, che dico no, non la temo più questa cosa perché ho la prova che non è così, ripiombo nel dubbio e la prova stessa traballa, non si regge da sè, non basta.
Mentre io vorrei bastasse. E' questa la verità.



Vorrei vedere le cose chiare, o forse vorrei non averne paura.



Senti i grilli.. nel parco sottocasa ne stanno dicendo di tutti i colori. Beati, di certo a loro non rimangono parole sospese sulla punta della lingua.



Quando questo macinìo di meningi finisce ve lo dico eh.




Nina e l'ultima insegna accesa

3.7.09

A e Mare




Quando al tramonto tornano silenziosi,
bianchi di sale e ali di gabbiani,
poso l'orecchio sul tuo cuore nudo
e ascolto il mare, aspiro il mare che scorre
da te e m'imbarco verso l'aperta notte.



(R.Alberti)




Ci ho pensato e ripensato, e non c'era nient'altro per onorare te, qui dentro, che me.

Ché se son fatta di materia fatta anche di te, non sono solo io lì, perché ci sono i tuoi occhi e c'è tutto il mare, avanti dentro tutt'attorno.

Ogni cosa che io faccio con te e per te, è la valigia delle mie cose più belle. 

Ogni specchio lo sa, ogni segno lo sa, ogni silenzio lo sa, e se è vero che gli angeli amano in silenzio, se è vero che l'amore ama le coincidenze, io non parlo più e ringrazio solo questo giorno.


respirerò dove l’abisso discende
avrai tutte le piogge nella tua mano



Auguri Nino


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