25.6.09

Quella grazia




Stamattina mi sono svegliata e ho trovato la cucina con le mani di mia madre.
Era ovunque, nella disposizione delle sedie , nella scelta della tovaglia nella tazzina col girasole e il foglietto per me, la marmellata per mio padre e le tende appena scostate, il silenzio sospeso che sapeva solo di lei per noi; e sempre con quel qualcosa lasciato in attesa, come il tagliere di legno in bilico sul lavandino. 
Non so come faccia, ma riesce sempre a lasciare qualcosa che, mentre il resto è perfettamente completato, "concluso", quello rimane a metà nel tempo. 
E va bene così, non potrebbe essere altrimenti, osservo ogni volta, perchè è vivo e sembrano girarci ancora le persone per la cucina. 
Adoro quel tagliere.

Oggi è il suo compleanno e la torta stanotte l'ha fatta lei e le ciliegie come candeline ci aspettavano, dicendo fra poco torna, intanto godete di tutto questo. Ero assonnata e ho cercato di fermare il più possibile l'incanto del sospeso, che ogni giorno Grazia crea tutt'attorno, come per magia.

E ogni volta rivedo quei segni suoi in me, declinati in maniera diversa, ma con la stessa ricerca, farstarbene chi si ama, che ogni volta che viene disattesa, evasa, non rispettata, è un dispiacere che punge, ché ne' io ne' lei riusciamo ad arginare. E ogni volta, dopo, prima, e, vorresti invece, sempre in tempo, capisci che il solo regalo che puoi farle è la tua felicità.



Le prometto questo, le ho scritto su un biglietto di tanti iris disegnati.



Intanto oggi la porto a prendere le ginestre sopra il mare.







21.6.09

Cardiologia



Tempo è  venuto, e poi se ne è ripartito.



Che si gioca per vincere e non si gioca per partecipare
Chi è ferito e non cade, ma continua ad andare
A sbattersi nel buio e a farsi vedere
A sanguinare di nascosto e a pagare da bere
A goccia a goccia, ma tu guarda, il mio cuore mangiato
L’amore ha sempre fame, non l’avevi notato
E dice sempre con disinvoltura
Senza paura dice: “mai”, senza paura mai.

Che si veste di bianco per scandalizzare
E compra rose a dozzine
E fa curvare i pianeti e fa piegare le schiene
Che si gioca per vincere e chi vince è perduto
Con una chiave ed un numero in mano
Tutta la notte aspettare un saluto
E a pensare: “ti amo”

Chi raccoglie conchiglie dopo la mareggiata
E il cielo è ancora scuro, ma la notte è passata
E macina la sabbia dentro i mulini a vento
E che non ha mai fretta e che non ha mai tempo
E poi l’amore indecente, che si lascia guardare
L’amore prepotente che si deve fare
E gli amori ormai passati e ancora vivi nella mente
Chè dell’amore non si butta niente.


(F. De Gregori - cardiologia)



19.6.09

Tempo verrà



Oggi sono lei.

Sparpagliata sulla mia sedia a forma di violino, travolta dai pensieri da tenere a bada con il da farsi. Il sole che pare reggerà ancora poco e mi terrà lontano dal mare. 
Già è troppo tempo che gli sono lontana.

[L'altro giorno in radio uno spot recitava "The sea is my land".. Ho sorriso, mi piaceva. ..Sono eterogenea io con le citazioni eh?]

A volte mi pare di far svanire i miei contorni, come una macchia di colore offuscata, e mi firmo Ninetta, fino a quando le idee tornano lucide, invece di perdersi in delusioni, domande, ricerche.

Allungo la zampina quasi a voler dire non te ne andare resta, ma sono troppo stanca per ripeterlo sempre, e quella rimane appoggiata, languida e sospirata. 

Ci provo con gli occhi a trattenerti, quelli sì, quando uno li ha davanti, parlano da sé.



"Tempo verrà in cui, con esultanza, saluterai te stesso arrivato alla tua porta, nel tuo proprio specchio, e ognuno sorriderà al benvenuto dell'altro".

(D. Walcott. Grazie S.)


15.6.09

Strade color lillà



Ne parlavo oggi a una mia cara amica, di strade.
Non mi riferisco alle sliding doors o quelle cose lì, ai grandi sistemi, a quello binario, al Fato o al caso, alle Moire, o ai dadi.

Parlo di ciò che tu decidi di capire, inconsciamente o no, nel "messaggio" che l'altro ti manda.

Così, ho detto a quella mia amica, tutt'ad un tratto, pensa a quante volte le nostre strade (futuro, eventi) cambiano. 
Metti un messaggio letto male, un equivoco di senso, un tono più o meno di quell'atteso. 
E da lì decidi: vado, no non vado, parto ti raggiungo, no non te lo meriti, no non vengo più. Mi hai fatto capire qualcosa che non mi va, forse, o mi pare di aver capito?, intanto scelgo il silenzio, ti rispondo in malo modo, a mezza bocca, ma in realtà è la mia pelle che si è da sola infastidita, o forse no, chissà, non so. 
Però intanto scelgo il no. E qualcosa di conseguenza non avviene. 
Chissà cosa ti sei persa, chissà cosa porterà questo "non-avvenimento".
Tutto per un qualcosa di mal tradotto. E allora la scelta che prendi frutto di quelle sfumature cambia svia devia perdi la mappa e ti ritrovi in un altro giro.


Ecco, io vorrei che le sfumature che leggo mi portino sempre al fiore che voglio, all'iris che m'aspetta, non voglio essere in balìa di sensazioni inspiegate, voglio sapere già, voglio dire "Lo so" perché ho scelto di saperlo, e questo mi deve bastare.





Dopo tutto questo monologo la mia amica fino a lì silenziosa mi fa: 
"Quale strada credi di aver perso oggi Nina?"






11.6.09

Io e Nina e voi


Oggi Io&Nina compie 1 anno.

Sembra volato, tanto per ritornare sul leitmotif di tempo e ricordi. 

A volte ritrovo momenti presenti che mi ricordano post passati; ché qui dentro è diverso da un taccuino con il giorno segnato, o una foto che tengo per me. Alcune cose hanno assorbito un significato particolare, amplificato in sordina, come un paradosso compreso, o una verità nascosta, insomma due contrasti due specchi che si specchiano e moltiplicano a non finire i rimandi.

Da una parola o un pensiero che fermo, e che collego a una mia immagine, a volte per caso, a volte di proposito, ne nascono rami di gelso, che ne gemmano ancora altri. Che sono segni per me, che sono parole vostre, che sono sorprese di feeling che si costruiscono, o di affinitàelettive di cui siamo già dotati.

Di me e di Nina tante cose sarebbero da raccontare o spiegare, ma è come se tra queste pieghe tutto sia lampante per quel che si deve comprendere, e basta così.
Un pò come le onde di cui qualcuno ha parlato, del bianco che lascio nei miei disegni e dei confini che si stralciano con esso e con le lettere segnate sopra che ne aprono tante altre di finestre.
Un pò come il lilla che qualcuno ogni tanto coglie e pensa a me, come nascosta dentro a una violetta o sotto il petalo merletto di un iris.
Un pò come il faro in qualunque luogo si trovi, o la pioggia e la fantasia che nasce con essa.
Un pò come i numeri che disegnano un volto, che sia di Nina o di Francesca o di un ipotetico cammino.
Un pò come l'Anonimo che passa di qui e mi dice che esistono entrambe quelle due, entrambe reali.


E pensare che c'è stato un momento che Francesca voleva chiudere Nina. Perché scriveva e non trovava le risposte che cercava, come se avesse bisogno di vedere dei segni che invece nessuno lasciava, che da sola non ci sapeva stare. Poi parole saette schioccate da un arco, da persone-sconosciute-ma-che-la-stavano-conoscendo (l'ho detto che qui è un paradosso svelato) l'hanno fatta riprendere, e siamo arrivate fino a qui.

Dico grazie a quegli occhi insomma.


Ora nella ricchezza che non riesco a scrivere tutta, che mi dà questo giardino, con tutti voi, sono nati tanti fiori, dentro me dico, che crescono sempre più diritti e spavaldi come sicurezze, come cose che scopro forti in me, che in fondo è il motivo per cui questa sinfonina ha cominciato a suonare.
Ché poi trovare il giusto teatro ci vorrà ancora un pò (e in fondo spero non finisca mai quella ricerca, mai abbastanza).


E per quel che si può svelare ogni tanto - nella bellezza della confidenza, come dice qualche Papavero - oltre me accanto a Nina, e i trucchi che toccano la sua pelle come i contorni e le sfumature del suo volto (che un giorno come una pazza, in treno, non avendo colori, ha usato i suoi trucchi per dar sfogo al bisogno-di-segnare), mi piacerebbe conoscere chi è che passa di qui e magari silenzioso di solito se ne va. 

Vi vedo non vi vedo...lasciate un petalo, una nota per me.




Io e Nina  e il nostro comune iris che sboccia tra le mani.



8.6.09

Sinfonie



Jay Greenberg ha 18 anni ed è un musicista prodigio. Nel 2006 ha pubblicato il suo primo cd, con musiche eseguite dalla London Symphony Orchestra e dal quartetto Juilliard. A quanto pare comporre sonate e sinfonie non gli costa nessuna fatica: a volte riesce a completarle in un solo giorno. “La musica mi arriva già scritta”, ha spiegato, “come se un’orchestra mi suonasse nella testa”.


(da l'Internazionale - R. Brezsny)




5.6.09

Pagine bianche


http://www.paginebianchedautore.it/index.cfm?SEZ_ID=5&ACTION=search&OPERA_ID=6089&TE_ID=2


Eccomi qui, da qui
Ecco svelati i "676.000 numeri di me" (e la possibilità di averne uno anche voi in casa...dipende da dove vivete!).

Nina per due volte, sulla sabbia e sul volto fotografato, assieme al suo albero.



Il tempo mi scorre accanto in questi giorni, siamo proprio due cose distinte. Le giornate si mangiano da sole, e le pagine sembrano restare bianche, o, direi, senza schizzi di cocomero sulla camicia. 
Ma è la mia solita sensazione passeggera. 
Mi godo le piccole cose, aspettando di smettere di aspettare.
La gatta che si mimetizza con il telo arabescato del divano, un sacchetto di ciliegie portato a una visita inaspettata, i capelli che profumano - stranamente - di mare, dato che l'estate fa capolino come un orologio a cucù ormai da giorni, quell'attitudine di chi ricorda tutto, e la calma che arriva con un abbraccio. 


E poi mi piace un sacco quando piove e c'è il sole assieme. Mi mette gioia, il cielo è pieno di tutto e pure il mare sulla mia testa, e  pure quello sotto i piedi.




"Dicono che quando uno incontra l'amore della sua vita il tempo si ferma. Ed è vero. Quello che non dicono è che quando il tempo si rimette in moto va a doppia velocità per recuperare".

(da "Big Fish" - T.Burton)




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