26.8.08

Millecorde e millepiedi

Lo dicevo io ieri che vedo sedie dalle 10 gambe (e va bene, anche qualcuna in  più). 
E stamattina è un pò così quella in cui son seduta io, perchè mi porta a fare tutto tranne quello che devo; come un flauto magico, mi trasporta dove ora non dovrei, vago tra tutto quello che è non, e tutto faccio tranne che stare a terra.
D'altronde nessuna gamba è lunga quanto un'altra, difficile trovare una stabilità.
(Insomma, mai stata così comoda)

25.8.08

Io di notte e io di giorno



E di notte potrebbe essere anche normale. 

Il fatto è che di giorno sono quella che vede ombrelli che camminano, sedie dalle 10 gambe, occhi che cambiano colore, corpi che ringiovaniscono, cigni a forma d'uomo, metamorfosi tangibili ai miei occhi soli e in certi istanti particolari. 
Come se tutto può essere, e tutto può essere allora normale, e allora tutto meraviglioso e stupefacente, fin alla cosa più semplice e invisibile.

Mi nutro di realtà, non vivo sulla luna, è proprio di quello che esiste che ne farei materia multisfaccettata.


21.8.08

Vero oppure no



Non sono una fata nè vivo su una ninfea, non ho ali, e non sono così leggera da non sprofondare nell'acqua del fiume. Di sicuro però, tu sei quel cigno, che mi fa sembrare che tutto questo sia vero.




20.8.08

Sirenina



Messaggi subliminali.

19.8.08

(Non so)


Ci sto riflettendo su.

Su Io & Nina. Se continuare a scrivere oppure no.

Adoro farlo e mi manca. 

Ma mi chiedo quanto sia utile a chi lo guarda - se c'è qualcuno che passa - quanto sia utile a me che lo tengo nascosto e quanto sia dannoso per gli stessi motivi di cui sopra, per cose lette male o scritte male.
Secondo alcuni, un blog può servire a se stessi e basta, secondo altri serve al "network" che crei, all'argomento principe che tratti, alle conoscenze che s'instaurano, etc etc.

Ma il mio argomento principe è tutto è niente. Cioè, è mio, sono io. E allora cosa può essere per gli altri? E come mai ho così bisogno di leggere chi è passato di qui, altrimenti ho come il retrogusto di qualcosa di non completo? 

Sono pensieri che c'erano già da un po' di giorni, e rafforzati da questo che ho letto, capitatomi sotto gli occhi, come sempre sfogliando un mio vecchio taccuino:

"Uno scrittore potrà mai dire 'Scrivo solo per me stesso'?
No, è ovvio che si scrive sempre per gli altri.
Ma questi altri non sono i lettori reali che per lo più ti ammirano perché ti fraintendono.
Si scrive per l'altro che sta sempre oltre la linea del proprio orizzonte".

Francesca forse sta prendendo spazio su Nina, e quei dubbi e timori Nina non riesce abbastanza a racchiuderli dentro, si perde invece di non badarci.

Boh, non so che fare.
Come al solito sembrerà inutileilleggibilenonsense 'sto post, ma chi passa se ha qualcosa da suggerire,  per favore, lo faccia.

Mi manca Nina, e forse so da cosa dipende.

14.8.08

Promenade



In realtà il disegno è di un pò di tempo fa. Correvano decisamente altri tempi, si direbbe. 

Però stasera tornando a casa dal mare in auto, con quella ogni volta stupefacente sensazione di leggerezza tranquillità pienezza che mi dà il mare mio, sorpassando una collina dal terreno arato che riconoscerei tra millecolline, ho intravisto da lontano due figure che passeggiavano sul crinale, e le ho amate. 
Poi a casa ho ritrovato questo disegno. 

Ecco, tutto qui, una semplice equazione matematica visiva.

(Buon ferragosto a chi passa di qui e che non so).

13.8.08

Aimer


"Confesso che la ragione si smarrisce di fronte al prodigio dell'amore, strana ossessione che fa sì che questa stessa carne, della quale ci curiamo tanto poco quando costituisce il nostro corpo, (...) possa ispirarci una così travolgente sete di carezze sol perché è animata da una individualità diversa dalla nostra".
(Memorie di Adriano -M. Yourcenar)



12.8.08

Non c'è niente da capire.


Questa donnina disegnata ha viaggiato parecchio. 
Pure in una copertina di giovani poesie altrui, scritte e lasciate per strada, sotto il nome Odore di Donna.

Non penso l'abbia soddisfatta completamente, dato che è ancora lì ad aspettare di fronte a un bicchiere di vino mai bevuto e 3 candele che non si spengono.

Sono molto affezionata a lei e mi ci rispecchio stesso, nella sua attesa; che sia una placida attesa, o un'attesa inquieta.

Come a dire "E se un giorno tornerai da queste parti riportami i miei occhi e il tuo fucile..."

(Ma cosa vuoi capire puoi, cosa vorrà capire mai)

8.8.08

Piove o son desta?





Sta piovendo. 
Ma sembrerebbe mai? Il colore giallognolo che vira a ogni tuono leggero è sul serio pioggia? Piove e c'è il sole, le gocce toccano le mattonelle del balcone, eppure neanche il ciclamino ridotto a qualche foglia sparuta si bagna. Evaporano prima, e ridiventano luce.

E allora mi dico è proprio quella luce che si infiltra a casa mia; casa che mi dice bentornata con i disegni d'ombra che crea sui suoi oggetti, miei amati di sempre.

Quando sarò grande


Quando sarò grande i miei amici saranno sempre questo coniglio, questi bellissimi cagnolini marroncini, e questo enorme orso bianco sporco più grande di me (che forse resterà comunque più grande di me).
Poi, sempre quando sarò grande, continuerò ad usare questo portafoglio molto bello e lucido di Lilli e il Vagabondo.

Con tutte queste cose attorno, io indosserò uno smalto colore rosso mela e qualcuno continuerà a chiamarmi Meletta, proprio come ora.
Quel qualcuno sarà il mio amore e tenendo questa foto in mano si addormenterà sereno.

7.8.08

Realtà (#3) - Un gatto per capello


(Cosa Non Si Fa Per Non Vedere La Realtà)


6.8.08

L'orologio degli dei


ho riguardato vecchie foto. di amici e di amori. le ho fatte vedere e mi sono apparse così lontane così lontane così lontane. e le voci. pur avendo la sensazione ancora sulla pelle di quell'abbraccio in tanti e l'attesa del flash col riso che scoppiava da un momento all'altro io le trovo lontane millenni e poi mi guardo anch'io allo specchio e vedo il segno delle mie sopracciglia cambiato il viso più squadrato la pelle più da grande, tutto più da grande dove siamo tutti noi lì sparsi come pulviscoli nella propria storia che ogni tanto si ri-incrocia e ci fa aspettare al bivio trivio quadrivio. vorrei tutto restasse sempre fulgido ricordo come lo è ora. lo spero sul serio, mentre ci vedo cambiare sotto i tanti cieli in cui ognuno di noi si trova.

5.8.08

Realtà (#2)

Realtà (#1)

My Financial (?) Time


Tre bicchieri di Verdicchio Moncaro trovato a sorpresa al Waitrose di Maidenhead, e un consommè di pisellini&prosciutto conditi con Olio Ascolana Del Carmine come aperitivo, e l'agosto inglese diventa piacevole anche con tutta questa pioggia che cade fuori (e lascio passare pure dismessi senza fiatare i miei pantaloncini corti, che vabè qui portano tutte comunque, ma con le gabbie viola dal freddo).

Ho decine di disegni che attendono di essere fotografati da uno scanner inesistente, e allora stazionano lì bel belli, nella credenza del mio prezioso taccuino di schizzi. Ne ho fatti 2 che mi han ricordato il gesto nero nervoso fenomenale di Grazia Nidasio, che adoro; son piccoli i miei, ma come sempre delle cose invisibili ne vado fiera.

Troverò un modo per trasferirli qui in qualche modo, dovessi programmare il mio sgno in linguaggio informatico.



4.8.08


(Anch'io)

C'è del genio






Quando parlavo di ombre riflesse e di fiori e vasi alle finestre non scherzavo.
Potrei farne un enciclopedia botanicarchitetturale (?).

Colori al davanzale capaci di allungarsi dilatarsi stiracchiarsi fin al pavimento della strada triplicando la propria grandezza e piatta parvenza. Le ombre riescono a dare una vita speciale a ogni forma, il quid che mi salta all'occhio; soprattutto su quelle piantine appese appoggiate sospese invadenti rampicanti gemme fuscelli secchi foglie bucate foglie mangiate.

Dico sempre che in un'altra vita avrei fatto botanica, la più esperta al mondo nel settore.
Questo, mi dico, mi avrebbe costretto in un solo posto a veder come crescono le piante, a osservare, osservare e osservare. La proporzione aurea che seguono nel loro evolversi. 
Per quello che faccio invece dovrei muovermi sempre, mai esser sazia di un luogo solo della stessa aria della stessa prospettiva; però mettere radici e studiarne la fisicità stessa della loro capacità di "attaccamento alla terra" avrebbe ispirato in me una poesia forse anche più profonda; o vabè diversamente profonda. Per una vita parallela ecco.


1.8.08

Segni d'allora



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